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Rispondo a una mail inquietante di un mittente che non sa distinguere il sostantivo “umanista” dall’aggettivo “umanistico” con una proposta veramente cool, come dicono quelli che non sanno né l’inglese, né l’italiano, vedi alla voce “apicalità del nostro establishment”. A loro si deve lo slittamento semantico del termine “riforma”. Esso ha assunto un’accezione positiva, mentre noi insegnanti ignoranti pensavamo che una riforma potesse essere in melius o in peius e che non fosse una parola magica pronunciata la quale tutti diventano statisti.
Per imparare l’inglese senza investire nulla, si potranno mandare in cattedra gli immigrati da Paesi di lingua inglese come la Nigeria che di notte potrebbero fare i custodi, così si risolverebbe anche il problema dell’ospitalità. Tanto della didattica delle singole discipline non interessa nulla, dato che chiunque ormai potrà insegnare indipendentemente dall’abilitazione materie affini al titolo di studio. Con il CLIL già si fa e si ride anche molto, non è certo sbagliato allietare gli studenti con l’inglese. Inoltre si divertiranno parecchio anche quando incroceranno i docenti in corridoio e annunceranno che il giorno prima hanno votato per la loro mancia in Consiglio di Istituto, ma si devono comportare bene e non dare voti bassi né a loro né ai loro amici, altrimenti niente gratifica l’anno prossimo.
Per quanto riguarda l’altra parola magica, alternanza, propongo che docenti e studenti la sperimentino insieme: al pomeriggio puliranno i locali scolastici e svolgeranno i compiti burocratici che un tempo svolgeva il personale della segreteria amministrative e della segreteria didattica, così spariranno anche fisicamente e definitivamente gli innominati ATA, che già si intuiva non fossero tanto simpatici all’autore della missiva digitale. Il dirigente scolastico coordinerà i lavori: i docenti delle materie umanistiche si occuperanno della segreteria didattica insieme agli studenti più versati in tali discipline; gli altri di quella amministrativa, tranne i docenti di scienze sportive e motorie, ex educazione fisica, ex ginnastica. Questi ultimi, qualunque sarà la nuova denominazione attribuita alla loro materia, secondo le linee guida de “La cool scuola” saranno adibiti a fischiare qualora qualche collega si attardasse alla macchinetta del caffè o ai servizi igienici e a denunciare il reprobo al dirigente, il quale potrà comminare punizioni corporali, sanzioni pecuniarie o far scrivere al docente almeno 100 volte “devo essere più efficiente e non sottrarmi alla valutazione”, dopo essere stato in castigo in un angolo dell’atrio della scuola sotto il cartello “angolo del fannullone”. Tale pratica si renderebbe dolorosamente necessaria per evitare che studenti indisciplinati potessero ostinarsi ancora ad attribuire una qualsiasi forma residuale di legittimazione e autorevolezza ai loro insegnanti.
La scuola superiore con lezioni in presenza sarà ridotta a un anno; gli altri, massimo due, si svolgeranno a distanza con gli insegnanti collegati in videoconferenza un paio di volte alla settimana, con materie a scelta degli studenti che saranno collegati da casa loro e così si risolverebbe anche il problema del wifi che spesso è assente ingiustificato e quando è presente non si impegna in modo costante. Con tutto quello che si risparmierebbe magari si potrebbe ampliare la ridicola cifra di 40 milioni di euro stanziata per la formazione dei docenti. Infatti, quando esisteva ancora la brutta scuola, ci insegnavano a fare le divisioni e, poiché gli insegnanti sono 721 mila, quella cifra significherebbe circa 55 euro a testa che, per aggiornarsi e formarsi, sono decisamente insufficienti.
Sono proposte in flagrante contrasto con il dettato costituzionale? Ma trovate forse la parola “cool” in tale obsoleto testo? Pensate che sia un problema cambiare gli articoli che riguardano la scuola, come il 33, o più semplicemente ignorarlo? Ne hanno cambiati 40 con l’appoggio di uno che ha affermato che Mussolini mandava in vacanza gli antifascisti quando li inviava al confino. E poi quell’utopistico secondo comma dell’articolo 3:
“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
La persona umana di chi non ha i soldi per andare a lezioni private, si svilupperà un po’ di meno: è il darwinismo sociale , bellezza, what’s the big deal? L’eguaglianza di tutti i cittadini?!? Vorrà dire che gli insegnanti sono orwellianamente più uguali e prendono la gratifica dai loro studenti, non è così anche per i medici, per i magistrati o i docenti universitari? Non sono forse i pazienti, i loro parenti e gli infermieri a decidere gli aumenti dei primari; gli avvocati, i testimoni e gli imputati a decidere quelli dei magistrati, gli studenti universitari a stabilire gli introiti dei docenti del loro ateneo?