L’articolo di fondo del Corriere della Sera dell’8 marzo è dedicato alla scuola, evento raro da sottolineare. Condivido tutto dell’articolo, ma sono sicura che scatenerà una ridda di repliche che bolleranno l’intervento come frutto dei soliti misoneisti, stigmatizzeranno il paradigma pedagogico di chi separa il lavoro dalla scuola a favore del nozionismo e della liceizzazione, tesseranno le lodi dei ragazzi che si dedicano al volontariato, che studiano con successo all’estero, dove trovano un lavoro che qui è loro negato, grazie a come sanno sapientemente usare le tecnologie, etc.
Mi ha colpito, perché non pensavo che sarebbe stato possibile leggere su un giornale italiano, ad ampia tiratura e non certo severo con il governo attuale e con quelli che l’hanno preceduto, l’auspicio di un progetto educativo che « non idoleggi ciecamente i valori dell’impresa, non consideri l’inglese la pietra filosofale dell’insegnamento, non si faccia sedurre, come invece avviene da anni, da qualunque materia abbia il sapore della modernità [… ]con il bel risultato finale che oggi giungono in gran numero all’Università (all’Università!) studenti incapaci di scrivere in italiano senza errori di ortografia o di riassumere correttamente la pagina di un testo: lo sanno il ministro e il suo entourage?»Elo sa l’autore dell’articolo, Ernesto Galli della Loggia, che è stata proprio la cosiddetta riforma Gelmini a introdurre il CLIL nella scuola italiana, la riforma Gelmini ad affossare le lingue diverse dall’inglese da film dei fratelli Vanzina in cui docenti, più che altro di improvvisazione, insegnano varie discipline? Lo sa l’editorialista e docente universitario che il latino non è stato previsto nel liceo delle scienze applicate e lo sa a che cosa si è ridotto l’insegnamento della geografia nella scuola postgelminiana? Dov’era mentre questo stravolgimento veniva sbandierato come rinnovato rapporto tra formazione e lavoro e svecchiamento degli obsoleti programmi scolastici per fare posto alla scuola delle tre i, in cui nessuna delle tre era l’iniziale di italiano? Dov’era quando i risultati dell’OCSE PISA mettevano in rilievo le imbarazzanti carenze nella comprensione del testo da parte degli studenti italiani, mentre nessun ministro se ne preoccupava, impegnato com’era a promuovere la LIM, la scuola 2.0, il registro elettronico e a riempirsi la bocca di formazione, formatori, tutor, progetti, nuove tecnologie e a non usare mai la parola istruzione? Prima di t
Nadia Sanitàutto gli studenti dovrebbero essere istruiti, ma è parola da gufi!
- Articolo di Galli Della Loggia sul Corriere della Sera dell'otto marzo 2015 (Link esterno a lend.it)
- Un contributo di Silvia Minardi – presidente nazionale LEND (Link esterno a lend.it)