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La metafora zoomorfa ha sempre più successo. Quando questa rubrica è stata inaugurata andavano per la maggiore i falchi e le colombe, ora invece sono più di moda avvoltoi, canguri, gufi e sciacalli. Tuttavia, gli equidi, specialmente l’equus asinus, sarebbero più appropriati, quando si legge che per i concorsi universitari vengono considerate scientifiche pubblicazioni come “L’annuario del Liceo di Rovereto” e il mensile della parrocchia di San Domenico “Cineforum” (E. Fittipaldi, “Baroni forever”, L’Espresso, n.19, anno LX, 15 maggio 2014, p. 39) ma sicuramente mi sarà sfuggita la smentita. Un altro esempio di asineria potrebbe essere pubblicare un comunicato stampa sul CLIL scrivendo sul sito del MIUR che a partire dal quinto anno materie come la geografia potranno essere insegnate in inglese. Peccato che lo stesso MIUR abbia eliminato la geografia economica dal triennio degli Istituti Tecnici Commerciali e non ne contempli la presenza nei trienni degli altri istituti, salvo poi inserire nella prima prova degli Esami di Stato una traccia sulle politiche di contenimento demografico, sullo sviluppo delle città e sulla fragilità del paesaggio che forse sono proprio inerenti a tale disciplina. Anche invitare Schettino come relatore in un corso di alta formazione dell’università potrebbe essere considerata asineria, ma dopo tutto è innocente fino al terzo grado di giudizio, la sua responsabilità è solo presunta quindi perché non far modificare anche a lui qualche comma della Costituzione se non proprio un articolo, tanto peggio di così …: da Calamandrei a Calderoli! Eh sì sono gufo, animale sacro in varie mitologie dell’antichità ma che ci vede anche di notte e quindi ci vede meglio. Non vedo però, neanche con gli occhi della mente più ingenua o dell’infantilismo più naif, le scuole belle che promette il sito del MIUR, ma vedo gli errori di cui sopra e quelli di interpunzione di cui sotto (notare virgola dopo placement) e lo scadente italiano ministeriale simile a quello pubblicitario, come “Prendi uno, paghi due”, “Più lo mandi giù, più ti tira su”, con la solita parola in inglese che non fa fine ed è del tutto pleonastica:
«Dal prossimo anno scolastico il fondo Miur e i fondi regionali che finanziano gli ITS verranno distribuiti in questo modo: il 20% in relazione alla popolazione residente nella Regione di età compresa fra i 20 e i 34 anni; il 70% sulla base dei ragazzi ammessi al secondo anno e di quanti sono stati ammessi all’esame finale; per il 10% a titolo di premialità per quegli ITS che hanno ottenuto un punteggio pari o superiore a 70 secondo criteri che riguardano, fra l’altro, l’occupazione, il placement, dei diplomati a 6 e a 12 mesi dalla fine del corso. Più fai assumere più fondi prendi, insomma.».
Per tacere degli errori molto più gravi che hanno scatenato una guerra di punteggi tra i neolaureati TFA e i neoabilitati PAS, o di chi auspica una specie di lista di proscrizione per i maestri che parlano di omosessualità, o del gioco indecente con le vite di chi pensava di dover andare in pensione e poi scopre che si trattava di un'altra pia illusione: più che scuole belle vedo docenti abbruttiti dal trattamento umiliante cui sono sottoposti quotidianamente.