Articoli archiviati pubblicati:
Quale parte del seguente articolo è falsa: il titolo, l’occhiello, l’articolo intero? Quali espressioni usate sono metafore?
«Scuola, una medaglia per i migliori. È un successo l’esperimento del ministero: scudetti per valorizzare i risultati, ma anche impegno e condotta. Dirigenti e professori sono entusiasti.
E se a scuola tornassero medaglie, coccarde e nastri? Qualcuno ci sta seriamente pensando, anzi lo sta già facendo, convinto che i ragazzi vadano gratificati e che i voti - da soli - non bastino per premiare chi si impegna. Ci vuole qualcosa in più, dicono dirigenti e professori. In molti istituti ci si arrangia da soli, c’è chi usa le medaglie, chi le stellette, chi le distribuisce a fine anno e chi in occasioni particolari. Anche al ministero dell’Istruzione hanno preso in considerazione l’ipotesi e sostenuto un progetto di successo. Si chiama «Mimerito», è stato sperimentato in 18 scuole per un totale di 185 classi su un numero approssimativo di quattromila alunni. Ogni classe ha ricevuto 40 distintivi metallici, smaltati e dal disegno accattivante. Ci sono gli Scudetti d’eccellenza riservati al rendimento scolastico, le Stelle di condotta d’oro e d’argento e i Brevetti d’impegno personale come riconoscimento per la buona volontà e l’impegno.».
Purtroppo è tutto tragicamente vero. Le “coccorde”, le“medaglie”, gli “scudetti” e i “nastri” non sono metafore, ma sono da intendersi in senso letterale. L’articolo, a firma di Flavia Amabile, è tratto da La Stampa del 31 gennaio 2014. C’è solo da sperare che la frase “Dirigenti e professori sono entusiasti” sia perlomeno un’iperbole o che la giornalista si sia sbagliata nell’interpretare la reazione dei docenti e abbia scambiato lo sgomento con l’entusiasmo rispetto alla sciagurata iniziativa «Mimerito».
A questi insegnanti e dirigenti, ma soprattutto al ministro uscente e a quello entrante consiglio di fare un bagno di umiltà e superare un esame di pedagogia, nonché di leggere qualcosa sulla scuola fascista e magari di riflettere su queste parole di Pennac. Ovviamente in italiano perché in Italia il francese non si deve studiare: d’altra parte, perché imparare la lingua degli Illuministi se pensiamo che sia giusto dividere i bambini in diligenti e asinelli?
«I nostri studenti che vanno male a scuola, non vengono mai soli a scuola. Eccoli come cipolle, svariati strati di paure, preoccupazioni, desideri, rinunce … con un passato disonorevole, un presente minaccioso e un futuro precluso …eccoli che arrivano, il corpo in divenire e la famiglia nello zaino. La lezione può cominciare solo dopo aver pelato la cipolla e posato lo zaino».