La guerra dei vent’anni alla scuola italiana, culminata con i bombardamenti a tappeto della cosiddetta riforma Gelmini, non è stata rappresentata né dal cinema né dalla televisione, nonostante sia fiorito un vero e proprio filone letterario cui sono seguiti adattamenti cinematografici e televisivi. Se il “film scolastico” all’estero spazia dalla desolazione dell’americano Detachment, alla complessità del francese Nella casa, in Italia la lunga lista di pellicole è accomunata dalla mancanza di un approccio problematico, senza mai un’allusione alla pochezza di chi concepisce certe leggi. I docenti sono delle macchiette, delle caricature, per non parlare dei dirigenti scolastici. I protagonisti non sono mai personaggi a tutto tondo modificati dall’esperienza, ma sono sempre uguali a se stessi come i personaggi dei cartoni animati. Imperversano supereroi o superoine che cercano di mettersi al timone della nave in gran tempesta, circondati da colleghi in bilico tra codice penale e trattamento sanitario obbligatorio: nella serie televisiva “Fuoriclasse” si vedeva addirittura un insegnante che dava a uno studente venti euro affinché nascondesse il registro a una collega! D’altra parte anche gli altri media non si sono distinti per l’acume dell’analisi critica, usando una raffinata reductio ad unum, per riassumere i problemi della scuola postbellica: la mancanza di carta igienica! Se si digita “carta igienica a scuola” si ottengono ben 82.600 risultati. Invece, la legislazione scolastica italiana sarebbe veramente una miniera per il cinema, ma dimenticatevi il lirismo de L’attimo fuggente o il coraggio della supplente di Non uno di meno, piuttosto le norme scolastiche potrebbero ispirare una tragicommedia. Come potrebbe essere rappresentata, ad esempio, la situazione di un docente che vuole far rispettare il divieto di fumo a un minorenne?
Secondo la legge italiana i docenti non solo sono responsabili degli atti compiuti dai minori, ma sono obbligati in solido con l'autore della violazione, al pagamento della somma da questi dovuta, salvo che provino di non aver potuto impedire il fatto, il che è assolutamente impossibile, come sa chi, saggiamente, si rifiuta di accompagnare gli studenti nei viaggi di istruzione. Quindi, se fumano è colpa del docente, unico ad essere multato dopo aver contestato la violazione del divieto al minore, poiché non è stato in grado di impedire l’evento. Pertanto, chiedendo scusa ai cinefili per la citazione impropria, rifacendosi ai tre celebri montaggi di Kulesov, per sondare la reazione del pubblico ai tre accostamenti, la scena si potrebbe immaginare così: primo piano dell’insegnante accostato a inquadratura di un piatto di minestra (metafora di quello che potrà permettersi dopo aver pagato le multe) seguita da inquadratura di bara contenente salma di una donna (metafora della scuola), per chiudere con inquadratura nella terza di bambina che ride (metafora dell’establishment felice di avere un popolo di ignoranti senza capacità critiche). Dissolvenza.