Nell’ultima rubrica definivo l’antisemitismo un fiume carsico, ma nella settimana in cui si commemora un genocidio con 6 milioni di ebrei assassinati, di cui 1 milione e mezzo di bambini, direi che si tratta di un fiume in piena con un episodio inqualificabile avvenuto nella mia regione, a Mondovì, in cui qualcuno ha scritto sulla porta della casa di Aldo Rolfi, figlio della partigiana monregalese Lidia Beccaria Rolfi, deportata politica nel campo di concentramento di Ravensbrück, “Juden hier”.
Ecco, forse sarebbe il caso di smetterla di far vedere un film il 27 gennaio e di cominciare a dire all’inizio di ogni anno scolastico: nella storia del nostro paese vi è stato un periodo orribile in cui il popolo italiano inneggiava a un dittatore che faceva torturare e uccidere gli oppositori e che addirittura promulgò le leggi razziali, sempre inneggiato e sostenuto da un popolo che denunciava gli ebrei e i dissidenti politici come Lidia Rolfi che non era di religione ebraica. Invece, mi sembra, che ci sia sempre un aspetto autoassolutorio: preti e suore che aiutavano gli ebrei, aneddoti di italiani che nascondevano le potenziali vittime delle deportazioni, etc. Erano una minoranza e alcuni lo facevano per soldi: occorre dirlo e ripeterlo. La maggioranza era formata da delatori e da spettatori passivi. Alcuni insegnanti si sono innamorati della loro ignoranza, addossando ai tedeschi il peso esclusivo dei crimini dell’Asse e non parlando quasi mai dei ribelli che sfidarono Mussolini ben prima delle leggi razziali e ben prima dell’inizio della Resistenza. Quante righe sono dedicate nei manuali scolastici a Giorgio Amendola, a Ada, Enzo e Vittorio Sereni, a Giuseppe Di Vittorio, a Maurizio Valenzi? Certo peccheremmo di onnipotenza pedagogica se pensassimo di poter incidere in modo determinante sulla povertà educativa che poi è sempre figlia della povertà materiale e bla, bla, bla, ma almeno proviamoci! Un gesto educativo, invece di tante parole e iniziative legate solo al calendario, potrebbero farlo i dirigenti scolastici scrivendo sulla porta della presidenza la frase scritta sulla propria dal sindaco di Mondovì: Antifa hier!
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