Nella reductio ad pueritiam in cui si esercitano i cosiddetti opinionisti delle maggiori testate, chi ha votato contro la revisione costituzionale è considerato un povero sfigato ignorante oppure viene infantilizzato: avrebbe votato “no” perché il Presidente del Consiglio gli era antipatico e non lo voleva fare amico, come i bambini ai giardinetti! Il fatto che la maggior parte degli studenti universitari abbia visto la riduzione di democrazia nascosta dietro la narrazione, anzi lo storytelling, dell’eroe che “non ha paura di niente e di nessuno” contro gli antagonisti brutti, sporchi e cattivi, non fa scaturire alcuna connessione di causa e effetto. Mi piace credere, invece, che questi studenti abbiano avuto docenti che hanno insegnato loro i valori costituzionali, abbiano sviluppato le loro capacità critiche esercitando il loro pensiero divergente. A mio avviso, è anche una vittoria della scuola. Tuttavia, occorre non distrarsi e continuare a esercitare il pensiero divergente. Ci riproveranno a stravolgere la Costituzione e la reductio è a ciò funzionale: i cittadini non erano contro la revisione, ma hanno espresso un giudizio negativo sulle politiche economiche del governo. Affermazione che non è per niente neutrale. Leggiamo la Costituzione in classe: questo gesto è il miglior baluardo alla difesa dei diritti degli adolescenti, futuri adulti che devono essere irrobustiti rispetto alla verticalizzazione del potere e ai modi mascherati da aggiornamenti, sburocratizzazione e altri tranelli linguistici per ottenerla: le vitamine si trovano proprio nella Carta stessa.