Nel Paese della meritocrazia brandita come un manganello per malmenare i figli di nessuno, succede che per mesi e mesi si celebri una soubrette a reti unificate e non ci sia nessun programma di approfondimento in prima serata su Theodorakis e Strada, né tanto meno insistiti e frequenti richiami a questi ultimi in spettacoli di arte varia.
Si poteva sia ricordare la soubrette molto eclettica e famosa, sia due persone che hanno arricchito sia l’arte, la cultura e la civiltà europea, sia salvato molte vite umane, nonché messo a rischio la propria durante la Resistenza greca al nazifascismo subendo torture, costruito ospedali per gli ultimi degli ultimi, quelli di cui non si sanno mai i nomi, sono solo numeri per i media nazionali. I morti e i feriti non italiani nei bombardamenti e negli scontri a fuoco, infatti, non hanno diritto a spazi di approfondimento. Certo questi due giganti non rappresentavano la parte politica più vicina a chi decide che cosa si debba leggere sui giornali a grande tiratura e vedere sui canali per cui si paga un canone. Però a scuola si può attirare l’attenzione degli studenti su questi grandi personaggi scomparsi di recente, modificando una celebre frase di Orwell come punto di partenza: “Un popolo che si dimentica di Theodorakis e Strada per parlare, intervistare costantemente e, a volte, eleggere corrotti, impostori, ladri e traditori, non è vittima. È complice”.
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