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Quali dimensioni ideologiche sottendono le politiche linguistiche europee, anche in riferimento al mercato del lavoro?
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Come gestire la dicotomia, da più parti percepita, tra lingua come “disciplina di servizio” e lingua come “espressione culturale”? Esiste un rischio di ridurre l’apprendimento/insegnamento linguistico ad un ruolo puramente “strumentale”?
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Quale spazio e valore la “cultura” può o deve continuare ad avere sia nelle sue espressioni più canoniche (letteratura, arti visive, musica, ecc.), sia in approcci più recenti come il CLIL?
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Anche alla luce delle Indicazioni Nazionali, quali idee di “cultura” sono più presenti nelle università e nei vari ordini di scuola?
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Quali conseguenti pratiche di classe sono effettivamente attuate?
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Quale didattica delle lingue in un curricolo per competenze? Sono le competenze linguistiche fine o strumento dell’apprendimento?
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